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A partire dagli anni Quaranta del Duecento, diversi viaggiatori approfittarono della situazione di stabilità politica che si era creata a seguito dell'unificazione di gran parte dell'Eurasia sotto i Mongoli, per intraprendere la via dell'Oriente, giungendo in Mongolia o spingendosi fino nel remoto Calai. Si aprì così una fase particolare nei rapporti tra il mondo asiatico e quello europeo. Da allora, per oltre un secolo mercanti - come il celebre Marco Polo (1254-1324) - e missionari - come il francescano Odorico da Pordenone (1280 ca.-1331) - si spostarono tra Ovest ed Est percorrendo la Via della seta o seguendo le rotte marittime che collegavano il Golfo Persico ai porti della Cina meridionale. Le informazioni trasmesse nei loro resoconti contribuirono a delineare una «nuova» immagine dell'Estremo Oriente, profondamente diversa da quella che il Medioevo aveva ereditato dall'Antichità. Il tema dei rapporti tra l'Occidente e la Cina nei secoli XIII-XIV - così importante per capire le modalità di rappresentazione dell'alterità nella cultura europea medievale - viene affrontato nel libro attraverso un approccio multiprospettico e trasversale, capace di far interagire e dialogare efficacemente saperi afferenti a discipline di diversa natura e tradizione. In particolare, l'eccezionalità dell'impresa di Marco Polo e la straordinaria ricchezza della sua opera costituiscono il nucleo ispiratore e la chiave di volta di molti dei saggi qui raccolti.